Sono veramente dispiaciuta per come i miei figli hanno vissuto e vivono la loro esperienza scolastica. Sembra quasi che non si riesca ad accettare il fatto che una persona possa seguire un percorso di sviluppo diciamo particolare, con delle diversità rispetto agli altri: il maggiore ha parlato tardi ma, già dall'asilo, dimostrava capacità molto ben definite per quanto riguarda la letto-scrittura (era iperlessico a 5 anni); aveva la mania di imparare a memoria Capitali, Stati, fiumi, laghi ecc; amava giocare con grandi numeri e, sempre all'asilo, conosceva l'anatomia ecc. a discapito della coordinazione motoria e la comprensione di regole sociali condivise..Fin dalla prima sono cominciati i problemi di "noia" ai quali faceva fronte scappando in biblioteca o nelle classi superiori, riempiendo di parole fogli e fogli, scappando nell'aula di informatica o musica. Ora, a otto anni e in terza elementare, si porta dei libri da casa ma non può mai veramente dedicarsi agli argomenti bizzarri di suo interesse come l'entomologia, l'elettronica ecc. perchè gli insegnanti o non sono in grado di rispondere alle sue domande o non accettano i libri che porta considerandoli non adatti a un bambino di quell'età (l'ultima volta ha portato un libro per ragazzi sulla storia della medicina e su virus e batteri e ha iniziato a leggersi per conto suo la storia della peste, della scoperta del vaccino contro l'antrace...) La tendenza dei docenti è di reprimere il bambino laddove si dimostra molto capace e di insistere, invece, dove si dimostra più deficitario e più indietro rispetto ai suoi coetanei. Stessa cosa per l'altro figlo, 6 anni a gennaio: a due anni leggeva i numeri con le decine, a tre leggeva e scriveva sulla tastiera senza errori ortografici; aveva ottime capacità con i videogiochi già dai tre anni ed era in grado di navigare in internet per trovare i video di come si superavano certi livelli dei giochi; ora è in prima e già è in grado di fare addizioni e sottrazioni, inizia da solo a fare le moltiplicazioni e le tabelline ma ha difficoltà con il pregrafismo rispetto ai suoi coetanei. Cosa fanno le insegnanti? lo fanno stare tutto il giorno a fare lineette e ad ascoltare le storielle sulle vocali mentre lui, per ingannare la noia, fa calcoli su calcoli a mente.La mattina spesso sono assaliti dalla tristezza perchè non vogliono andare a scuola e il piccolo inizia pure ad avere tic nervosi. Cosa mi devo aspettare nel futuro? Davvero con questo sistema aiuteranno i miei figli ad avere uno sviluppo più armonico, a smussare la loro "mania del controllo" o piuttosto, a breve, vorranno abbandonare la scuola frustrati e demotivati e sempre più pieni di fobie?